martedì 15 marzo 2016

I lavori di ristrutturazione in economia




Spesso i miei clienti, quando impostiamo la pratica di mutuo di acquisto e ristrutturazione, mi chiedono se alla banca possono andare bene i lavori di ristrutturazione fatti in economia.

Il concetto di lavori in economia è abbastanza esteso, sia in senso concreto, sia nella testa delle persone. Definendo la categoria per esclusione, possono essere considerati in economia tutti quei lavori che non vengono svolti e fatturati da un’impresa o da un artigiano con partita iva.

C’è quindi il mio cliente Giuseppe, che si compra il materiale e fa fare i lavori dai cugini della moglie che fanno i muratori; c’è Luca che fa l’idraulico e fa per conto suo i lavori che è capace di fare e si fa aiutare da altri amici artigiani per il resto; c’è Lorenzo che fa l’architetto e prepara il progetto dei lavori, presenta le richieste varie in comune e deposita in catasto la nuova planimetria alla fine, lasciando fare i lavori alla sua impresa di fiducia.




Come si comportano le banche in questi casi? Gradiscono questa modalità non sempre tracciabile di fare i lavori?

La risposta che io dò di solito è “Dipende”.

Dipende dalla banca e dipende da quanto si è precisi nell’ informare la banca, in sede di istruttoria, sui lavori che devono essere fatti. E' quindi importante preparare un buon computo metrico o un elenco accurato dei lavori.

Escluse alcune banche che vogliono vedere tassativamente le fatture dell’impresa che fa i lavori di ristrutturazione e che accettano solo di pagare direttamente l’impresa previa ricezione della sua fattura, la maggior parte degli istituti ha un approccio più pragmatico.

Se a seguito di sopralluogo il perito della banca attesta infatti che i lavori sono stati svolti coerentemente con il computo metrico ricevuto in sede di istruttoria iniziale, la banca non ha motivi per negare l’erogazione della tranche di mutuo prevista. I soldi sono così dati direttamente al proprio cliente che può pagare chi gli ha fatto i lavori.

Discorso diverso riguarda quei lavori che necessitano di specifiche certificazioni da parte di chi li effettua: qui, a meno che il cugino esperto non sia anche un tecnico abilitato, i lavori in economia non si possono fare.




Come anche la banca non gradisce che siano fatti lavori senza le adeguate autorizzazioni urbanistiche se necessarie, e senza il corretto accatastamento della casa dopo i lavori. In questo caso, anche se già deliberate, la banca può rifiutare l’ erogazione delle tranche di mutuo per la ristrutturazione.

Altro aspetto riguarda la detrazione fiscale sui lavori svolti: qui solo ciò che è fatturato, se rientra nelle tipologie previste dalla norma, può essere detratto.

Occorre quindi confrontarsi con il proprio consulente creditizio per sapere cosa si può fare e cosa non si può fare con la specifica banca che è stata scelta per il mutuo, altrimenti si rischiano disastri.

Io di solito questo aspetto lo curo con molta attenzione quando ragiono col cliente all’ inizio dell’ istruttoria della pratica, perché, se anche una banca fa ottime condizioni finanziarie di mutuo ma impone una modalità di effettuazione dei lavori non gradita dal cliente, non va scelta per la presentazione della pratica.


Matteo Comelli

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