Spesso i miei clienti, quando impostiamo la
pratica di mutuo di acquisto e ristrutturazione, mi chiedono se alla banca
possono andare bene i lavori di ristrutturazione fatti in economia.
Il concetto di lavori in economia è abbastanza esteso,
sia in senso concreto, sia nella testa delle persone. Definendo la categoria
per esclusione, possono essere considerati in economia tutti quei lavori che non
vengono svolti e fatturati da un’impresa o da un artigiano con partita iva.
C’è quindi il mio cliente Giuseppe, che si compra il
materiale e fa fare i lavori dai cugini della moglie che fanno i muratori; c’è
Luca che fa l’idraulico e fa per conto suo i lavori che è capace di fare e si
fa aiutare da altri amici artigiani per il resto; c’è Lorenzo che fa l’architetto
e prepara il progetto dei lavori, presenta le richieste varie in comune e deposita
in catasto la nuova planimetria alla fine, lasciando fare i lavori alla sua
impresa di fiducia.
Come si comportano le banche in questi casi? Gradiscono
questa modalità non sempre tracciabile di fare i lavori?
La risposta che io dò di solito è “Dipende”.
Dipende dalla banca e dipende da quanto si è precisi
nell’ informare la banca, in sede di istruttoria, sui lavori che devono essere
fatti. E' quindi importante preparare un buon computo metrico o un elenco accurato dei lavori.
Escluse alcune banche che vogliono vedere tassativamente
le fatture dell’impresa che fa i lavori di ristrutturazione e che accettano solo di pagare direttamente l’impresa previa ricezione della sua fattura, la maggior parte degli
istituti ha un approccio più pragmatico.
Se a seguito di sopralluogo il perito della banca attesta
infatti che i lavori sono stati svolti coerentemente con il computo metrico
ricevuto in sede di istruttoria iniziale, la banca non ha motivi per negare l’erogazione
della tranche di mutuo prevista. I soldi sono così dati direttamente al proprio
cliente che può pagare chi gli ha fatto i lavori.
Discorso diverso riguarda quei lavori che necessitano di
specifiche certificazioni da parte di chi li effettua: qui, a meno che il
cugino esperto non sia anche un tecnico abilitato, i lavori in economia non si
possono fare.
Come anche la banca non gradisce che siano fatti lavori senza le adeguate autorizzazioni urbanistiche se necessarie, e senza il corretto accatastamento della casa dopo i lavori. In questo caso, anche se già deliberate,
la banca può rifiutare l’ erogazione delle tranche di mutuo per la
ristrutturazione.
Altro aspetto riguarda la detrazione fiscale sui lavori
svolti: qui solo ciò che è fatturato, se rientra nelle tipologie previste dalla
norma, può essere detratto.
Occorre quindi confrontarsi con il proprio consulente
creditizio per sapere cosa si può fare e cosa non si può fare con la specifica
banca che è stata scelta per il mutuo, altrimenti si rischiano disastri.
Io
di solito questo aspetto lo curo con molta attenzione quando ragiono col
cliente all’ inizio dell’ istruttoria della pratica, perché, se anche una banca
fa ottime condizioni finanziarie di mutuo ma impone una modalità di
effettuazione dei lavori non gradita dal cliente, non va scelta per la
presentazione della pratica.
Matteo
Comelli
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